Si mantiene costante l’aumento della fruizione delle fonti di informazione digitale autorevoli, esploso durante l’emergenza coronavirus. Una media consumption di qualità è infatti stata uno dei risvolti globali della sete di informazioni generata dal covid e registrata, in particolare, durante il mese di marzo. La sfida, come avevamo già avuto modo di scrivere, sarebbe stata dunque la capacità di mantenere questo più corposo flusso di lettori.
I dati relativi alla lettura di stampa quotidiana e periodica in Italia per il mese di giugno, diffusi da Audipress qualche giorno fa, segnano un punto a favore della produzione editoriale dei brand qualificati. Oltre 7 adulti su 10 hanno letto almeno uno dei principali titoli stampa su carta o in versione digitale replica negli ultimi 30 giorni.
Considerando le principali testate italiane su carta o digitale replica, viene raggiunto ogni giorno attraverso la lettura di un quotidiano quasi 1/3 degli italiani (il 28,1%, 14.906.000 lettori, con quasi 22 milioni di letture), mentre ogni settimana si raggiungono quasi 20 milioni di letture per le più importanti testate settimanali con 11.831.000 lettori (il 22,3% della popolazione) e ogni mese si generano più di 18 milioni di letture per le maggiori testate mensili italiane, che rispondono agli interessi di oltre 1/5 della popolazione (il 21,2%, 11.231.000 lettori).
La digitalizzazione forzata che ci ha investito si è ormai radicata nelle abitudini quotidiane e ha comportato una maggior confidenza con le edizioni digitali dei media. I dati registrano una lettura digitale che coinvolge quasi 1,7 milioni di individui (+9,1%).
Inoltre, puntualizza Audipress, i dati presentano una quota di lettori di digital edition che si rafforza in maniera trasversale per sesso, età e classi socioeconomiche, mostrando segnali di estensione e integrazione, con maggiori evidenze nel segmento dei quotidiani (+11,8% lettori digitale replica). Cresce dunque il valore che un’attività di comunicazione istituzionale e di media relations è in grado di offrire per rafforzare l’awareness del pubblico rispetto ad un brand, un prodotto o un servizio.
Una nuova primavera dunque per i brand autorevoli dell’editoria e le loro redazioni, a testimonianza del fatto che il pubblico sul fronte dell’informazione ha, in un certo senso, fatto di necessità virtù trasformando un’urgenza di notizie in un’abitudine all’informazione. Questo potrebbe portare allo sviluppo di nuovi progetti crossmediali che sappiano valorizzare le specifiche del digitale e la qualità dell’informazione garantita dalla professionalità dei giornalisti.
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