Coronavirus: ripartire dal digital

Durante il suo lungo corso, la storia ci ha insegnato più volte come, in seguito ad una caduta, sia possibile rialzarsi più forti di prima.

Sono circa le 21.00 dell’8 dicembre del 1871 quando un edificio in legno adibito a stalla e granaio inizia ad ardere. Siamo in una città americana e sta per scatenarsi quello che viene considerato una delle più grandi catastrofi del XIX secolo: l’incendio di Chicago. La città fu rasa al suolo, con una perdita di circa un terzo del suo valore economico. Ma ciò che avviene dopo andrà a cambiare il volto degli Stati Uniti e del mondo. Tutto nasce da una brillante intuizione dell’ingegnere William LeBaron Jenney: e se ricostruissimo la città verso l’alto? Nasce così il grattacielo, l’idea grazie alla quale rinacque architettonicamente non solo Chicago, ma tutta l’America che di quell’edificio ne ha fatto negli anni un simbolo identitario.

Oggi siamo nel 2020, e in piena emergenza coronavirus a dover rialzarsi non è una sola città, ma un paese intero, il nostro. Esattamente come a Chicago nel 1871, oggi all’Italia serve una rinascita, un colpo di coda.

Una rinascita non architettonica come quella di Chicago, ma digitale.

Il paragone è meno azzardato di quel che sembra. Com’era messo il nostro paese a digitalizzazione nei tempi precedenti la pandemia? I dati rispondono: non bene. La classifica DESI 2019 parla chiaro: su 28 paesi europei, l’Italia risultava ventiquattresima in termini d’integrazione digitale. Un posizionamento dovuto probabilmente non solo alla carenza d’infrastrutture, ma anche ad una cultura digitale poco sviluppata, a tratti assente. Anche sul fronte smart working il nostro paese risultava ventiduesimo e la situazione non migliorava se guardavamo all’e-commerce: Italia ventiquattresima su ventotto.

L’emergenza Covid19 però sta cambiando tutto. In questi giorni di isolamento forzato, abbiamo di fatto iniziato a costruire le fondamenta dei nostri grattacieli, usando come materiali videochiamate, e-mail e acquisti on-line. Restando in metafora, a un mese dalla chiusura forzata dell’apparato produttivo italiano, vediamo i primi edifici sullo skyline: il primo si chiama smart working che nelle ultime settimane ha tenuto a galla la produttività di tantissime aziende, il secondo è l’e-commerce che solo nella prima settimana di emergenza ha registrato un’impennata dell’80%, il terzo è la comunicazione digitale, solo per citarne alcuni. Oggi, a vederli, ci stiamo rendendo conto di quanto questi grattacieli siano utili, non solo in tempo di crisi. Un dato su tutti in questo senso è rappresentato da quel 39% di aziende che, adottato lo smart working in occasione della quarantena, si sono ripromesse di mantenerlo anche a fine emergenza (secondo BVA Doxa).

Ma il dato più importante è quello invisibile. Quello che stiamo cambiando davvero in queste settimane non è solo il modo di comunicare o di produrre, ma anche e soprattutto il nostro atteggiamento, il nostro approccio nei confronti del digitale. Al tempo quel che fece rinascere Chicago non fu tanto la costruzione del primo grattacielo, bensì il cambio di prospettiva: e se ricostruissimo verso l’alto? Oggi quello che contribuirà alla rinascita dell’Italia non saranno gli strumenti in sé. Sarà il cambio di punto di vista: e se ricostruissimo sul digitale?

 

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L’agenzia di comunicazione Barabino & Partners è al lavoro per cogliere la portata e le conseguenze del cambiamento causato dall’emergenza coronavirus, per accompagnare al meglio le aziende nel new normal della comunicazione corporate in tutte le sue sfaccettature. Relativamente agli interrogativi e alle specificità del mondo digitale, scende in campo bDigital, che, con il progetto #DataSoup sul canale Instagram @bdigitalteam, ha raccolto i dati emblematici sulla relazione tra digitale e Covid. bDigital è la divisione del gruppo dedicata alla comunicazione digitale i cui servizi web spaziano dalla strategia all’analisi, dai contenuti al dialogo dei social, proponendosi come la risposta a tutte le esigenze di comunicazione online, negli ambiti corporate, B2B e B2C.

 

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