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Eurobond, Mes e Recovery Fund: cosa rimane all’indomani del Consiglio Europeo?

Oggi, per il secondo appuntamento del ciclo di Conferenze organizzate da Muzinich & Co., il tema è “Eurobond / MES / Recovery Fund: cosa rimane all’indomani del Consiglio Europeo?”.

Il dibattito sulle tematiche di politica economica italiana ed europea vede ospite d’eccezione Pier Carlo Padoan, ex Ministro dell’Economia e delle Finanze. Partecipano Fabrizio Pagani, già capo della segreteria tecnica del MEF e ora Global Head of Economics and Capital Market Strategy di Muzinich & Co., e Domenico Del Borrello, Country Manager Italia di Muzinich & Co. Modera la giornalista Maria Latella.

Qui il link al podcast con la registrazione integrale della sessione: https://bit.ly/2xVr2DM. La password da inserire è: 4R&M8+%8

 

Gli scenari dopo la riunione del Consiglio Europeo

Dalle numerose riunioni di queste settimane, ultima quella del Consiglio Europeo di ieri, sono emerse diverse novità ma restano anche molti interrogativi. “Sarà importante capire se questa nuova Ue sia sostenibile dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale e sanitario. Ci sono aspetti molto positivi, come il ruolo maggiore del bilancio comunitario, sia per dimensione che per operatività”, sottolinea Padoan, secondo cui potrà essere “l’elemento in grado di emettere eurobond” Infatti, grazie all’articolo 122  co. 2 TFUE, “Attraverso la Commissione si possono emettere titoli congiunti”. Al tempo stesso, ha rimarcato Pagani, “restano nodi da sciogliere”. “La Bce ha aperto un ombrello forte per le nostre emissioni e lato Commissione sono state fatte varie cose, come la sospensione del patto di stabilità e crescita”, ha premesso. La parte degli aiuti vera e propria è tuttavia “complicata”, anche se ci sono in campo vari strumenti, come Sure, il Mes e un recovery fund. Su quest’ultimo, in particolare, dalla riunione di ieri emergono “tre cose certe e tre incerte”: da un lato che “ci sarà, sarà legato al bilancio Ue e non sarà operativo prima del prossimo anno”; dall’altro “l’ammontare, il meccanismo e le condizionalità”.

 

La questione del rating

In vista dell’aggiornamento del rating sull’Italia di Standard&Poor’s, atteso per stasera, uno dei punti su cui si è concentrati è stato quello di un rischio del downgrading del Paese. “Mi aspetterei che un nuovo giudizio tenga conto che il mondo è cambiato e non solo per responsabilità italiane ma per lo scenario che è venuto a creare con la pandemia da Covid-19: il rating ne deve tenere conto”, ha sottolineato Padoan. Al tempo stesso l’ex ministro ha rimarcato come l’Italia abbia “delle fragilità maggiori di altri” e debba quindi “fare degli sforzi per un sentiero di sostenibilità e legare interventi di breve periodo ad una strategia di crescita che tenga conto anche delle opportunità e dei cambiamenti in atto”. “La mia opinione è che il mercato il downgrade lo abbia già scontato. Il vero punto sarà capire se saremo di fronte a un taglio del rating con outlook neutrale o se l’outlook rimarrà negativo. In questo caso la situazione diventerebbe veramente complicata perché presupporrebbe un ulteriore downgrade e ci sarebbe dunque davvero bisogno di copertura forte da parte della Bce”, ha aggiunto Pagani.

 

Il ruolo della BCE

Nei giorni scorsi la Banca Centrale Europea ha comunicato la decisione di accettare, temporaneamente, anche bond sotto l’investment grade come collaterale. “La Bce sta superando alcuni vecchi paletti, ma sarebbe un errore gravissimo pensare che non ci saranno limiti”, ha detto Padoan, secondo cui questo genere di pensiero “disincentiva i Paesi a mettersi presto su un sentiero di sostenibilità”.

 

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