Coronavirus: l'appello di 150 scienziati e accademici

Bene chiudere, ma dobbiamo subito preparare la ripartenza

Barabino & Partners, Community e Image Building a sostegno della voce istituzionale nell’emergenza coronavirus. Questo l’appello firmato da 150 scienziati e accademici, oggi sulle pagine del Sole 24 Ore. 

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La situazione sanitaria ed epidemiologica indotta dalla diffusione del virus Covid-19 è drammatica.
Bene ha fatto il Governo a disporre misure di contenimento che stanno iniziando a produrre qualche risultato incoraggiante, le attuali misure non solo sono importanti, ma vanno fatte rispettare con particolare rigore. È evidente tuttavia che non si può immaginare di tenere bloccato il Paese ancora per mesi perché le conseguenze sociali ed economiche rischierebbero di produrre danni irreversibili, probabilmente più gravi di quelli prodotti dal virus stesso.

Le prospettive economiche sono devastanti. Stando ai dati OCSE, il blocco delle attività produttive comporterà una diminuzione stimata del Pil di almeno il 2% per ogni mese di chiusura.
Anche l’ufficio studi di Confindustria prevede un calo del Pil assai significativo, giungendo a stimarlo pari al 10% per il primo semestre 2020. Ogni settimana in più di blocco delle attività produttive costerà lo 0,75% di Pil. Molte imprese sono destinate a fallire e molti lavoratori a perdere l’occupazione. Tutto ciò si tradurrà in un inevitabile crollo delle entrate fiscali dello Stato.

I dati di SWG mostrano che la preoccupazione di perdere il lavoro sta superando quella per il contagio. Oltre il 60% degli italiani ritiene che dovrà mettere mano ai propri risparmi, oltre il 40% potrebbe non essere in grado di pagare affitti, mutui e tasse, e per quasi il 30% si apre la prospettiva di dover chiedere un prestito.

C’è poi un problema di tenuta della popolazione. Metà degli italiani è ormai insofferente a rimanere confinata in casa, mentre una persona su quattro è in difficoltà nel gestire le relazioni di coabitazione. Allo stesso tempo, il dato settimanale evidenzia una riduzione percentuale di chi condivide le limitazioni degli spostamenti. Si profila un quadro di fragilità e impoverimento del Paese, che rischia di non essere più in grado di garantire sul medio e lungo periodo servizi sociali e sanitari adeguati.

 

FASE DUE: RIPARTENZA. COME? L’esempio della Corea del Sud

Occorre iniziare ad elaborare rapidamente una fase 2 che, consenta di tutelare al meglio la salute dei cittadini e nel contempo rimettere in moto l’Italia, evitando tuttavia il riaccendersi virulento della pandemia.

Per poter riavviare i motori del sistema produttivo bisogna innanzitutto mettere in sicurezza i lavoratori. Lo Stato deve dunque destinare risorse importanti per proteggere la salute di chi produce ricchezza, e contrastare in modo più moderno, e compatibile con la ripresa produttiva, la diffusione del virus.
L’esperienza della Corea del Sud, che sta utilizzando l’intelligenza artificiale, replicata in vario modo anche in Giappone, Taiwan, Singapore, e ora oggetto di attenzione da parte di diversi Paesi europei quali Francia, Germania, Polonia, può indicare una strada particolarmente utile.

Si è infatti riusciti a contenere la diffusione del virus senza bloccare l’intero sistema. La Corea del Sud, in particolare, da seconda nazione al mondo con più contagi, ha ora poco più di un decimo di quelli accertati in Italia. La diffusione del virus è tenuta sotto controllo con un grande numero di test mirati, isolamento dei soggetti positivi e loro tracciamento attraverso la geolocalizzazione.

Il contenimento attivo della progressione del contagio ha evitato la saturazione degli ospedali, limitando la mortalità dei contagiati, con misure solo localizzate di quarantena generalizzata. Riteniamo che si possano ottenere risultati comparabili in Italia ampliando e potenziando la sorveglianza attiva, avviata con particolare efficacia in Veneto.

Occorrono pertanto tamponi e test sierologici generalizzati (che sono la risposta più rapida e sono fattibili anche nei laboratori privati) per quelle categorie professionali che operano a contatto con i pazienti o che hanno più contatti con il pubblico, lo stesso dicasi per tutti coloro che manifestano sintomi. Da questi poi, con allargamento a raggio, occorre coinvolgere tutte le persone incontrate negli ultimi giorni.

Le App di tracciamento sono sotto questo profilo decisive, è dunque necessario l’avvio di una politica di geolocalizzazione che deroghi temporaneamente alle norme sulla privacy, con un termine certo e nel rispetto dei diritti costituzionali. Più in generale, il ricorso all’intelligenza artificiale è strategico per un efficace e risolutivo contrasto dell’epidemia.

Infine, obbligo delle mascherine per tutti coloro che frequentano luoghi pubblici o dove si possono comunque riunire più persone: uffici pubblici e privati, supermercati, mezzi di trasporto, etc.
Si devono altresì prevedere forme di isolamento e monitoraggio con adeguata quarantena dei positivi per evitare il contagio dei conviventi e dei loro contatti stretti. Queste misure potrebbero richiedere l’utilizzazione di hotel e case vacanze, che al momento sono praticamente vuote, per mettere in quarantena centralizzata tutte le persone a rischio, opportunamente identificate. Tali strutture renderebbero anche più facile l’osservazione e l’assistenza tempestiva e sarebbero meno onerose per il servizio sanitario in caso di sintomi più severi. Inoltre, si deve prevedere la creazione di reparti ad hoc negli ospedali, per evitare la paralisi della assistenza.

Dal momento che è possibile un ritorno dell’epidemia in autunno, è fondamentale preparare e attivare fin da subito una fase 2 che garantisca la tutela della salute dei cittadini e la sostenibilità dell’intero sistema sociale e produttivo.

La sperimentazione di questa fase 2 potrebbe iniziare da una regione con pochi contagi per affinare in tempi rapidi le modalità operative.

È comunque necessario far ripartire tutta l’Italia. Anche per le più colpite e grandi regioni del Nord non si può protrarre più a lungo che altrove il blocco, in considerazione del fatto che proprio lì è collocata gran parte della produzione di ricchezza del Paese.

Nelle regioni più colpite dal virus l’investimento nella sicurezza dei lavoratori e nel tracciamento dei contagiati deve essere dunque particolarmente massiccio e prioritario rispetto ad altre considerazioni.
Infine, se è vero che in Italia ci sono circa un milione di contagiati (la maggior parte dei quali già guariti), occorre testarne la presenza di anticorpi al fine di avviarli gradualmente alla ripresa normale delle attività.

Il tempo stringe, occorre agire rapidamente. Le prossime settimane saranno decisive sotto ogni profilo e le scelte che le istituzioni si apprestano a fare lasceranno il segno per mesi ed anni. Proprio per questo non è consentito sbagliare.

 

I firmatari:

Alberto Aloisio – Università Federico II di Napoli
Alessandro Antonelli – Università di Pisa
Giampaolo Azzoni – Università di Pavia
Pierluigi Barrotta – Università di Pisa
Sergio Basile – già Corte dei Conti
Stefano Bastianello – Università di Pavia
Michele Belletti – Università di Bologna
Giuseppe Bertagna – Università di Bergamo
Emanuele Bilotti – Università Europea di Roma
Guido Biscontini – Università di Camerino
Fernando Bocchini – Università Federico II Napoli
Giampio Bracchi – Politecnico di Milano
Marina Brambilla – Università Statale di Milano
Paolo Branchini – INFN
Luigi Brugnano – Università di Firenze
Giacomo Büchi – Università di Torino
Fabrizio Calliada – Universirà di Pavia
Vito Valerio Cantisani – Università La Sapienza Roma
Alba Cappellieri – Politecnico di Milano
Nicola Casagli – Università di Firenze
Cosimo Cascione – Università Federico II di Napoli
Raffaele Caterina – Università di Torino
Enrico Caterini – Università della Calabria
Francesco Cavalla – Università di Padova
Mauro Ceroni – Università di Pavia
Paola Cogo – Università di Udine
Giorgio Colombo – Università di Pavia
Valentina Colombo – Università Europea di Roma
Mario Comba – Università di Torino
Pierluigi Contucci – Università di Bologna
Marco Massimo Corsi Romanelli – Università Statale di Milano
Alfredo Costa – Università di Pavia
Franco Cotana – Università di Perugia
Renato Cristin – Università di Trieste
Raimondo Cubeddu – Università di Pisa
Francesco Curcio – Università di Udine
Vito D’Andrea – Università La Sapienza Roma
Enrico Del Prato – Università La Sapienza Roma
Stefano Del Prato – Università di Pisa
Roberto Di Lenarda – Rettore Università di Trieste
Andrea Di Porto – Università La Sapienza Roma
Paolo Duvia – Università dell’Insubria
Adriano Fabris – Università di Pisa
Claudio Fazzini – Politecnico di Milano
Silvia Ferrara – Università di Bologna
Raffaele Fiume – Università Parthenope Napoli
Emanuela Andreoni Fontecedro – Università RomaTre
Pietro Formisano – Università Federico II Napoli
Lorenzo Franchini – Università Europea di Roma
Alberto Froio – Università Bicocca di Milano
Antonio Fuccillo – Università della Campania Vanvitelli
Andrea Fusaro – Università di Genova
Michele Galeotti – Università La Sapienza Roma
Paolo Gasparini – Università di Trieste
Carlo Gaudio – Università La Sapienza Roma
Gino Gerosa – Università di Padova
Giuseppe Ghini – Università di Urbino
Giampiero Giron – Università di Padova
Felice Giuffré – Università di Catania
Paolo Gontero – Università di Torino
Marco Grasso – Ospedale San Gerardo Monza
Andrea Graziosi – Università Federico II Napoli
Marco Guazzi – Università Statale di Milano
Gabriele Iannelli – Università Napoli Federico II
Antonio Iannizzotto – Università di Cagliari
Umberto Izzo – Università di Trento
Antonella Lamazza – Università La Sapienza Roma
Isabella Loiodice – Università di Bari
Rosa Lombardi – Università La Sapienza Roma
Alberto Lusiani – Scuola Normale Superiore di Pisa
Andrea Maccarini – Università di Padova
Rolando Magnanini – Università di Firenze
Francesco Manfredi – Università Jean Monnet Bari
Vincenzo Mannino – Università RomaTre
Stefano Marasca – Università Politecnica delle Marche
Carla Masi – Università Federico II Napoli
Maurizio Masi – Politecnico di Milano
Pierluigi Matera – Link Campus University Roma
Ludovico Mazzarolli – Università di Udine
Francesco Menichini – Università della Calabria
Felice Mercogliano – Università di Camerino
Mariella Miceli – Università di Palermo
Paolo Miccoli – Università di Pisa
Leo Miglio – Università Bicocca Milano
Giovanni Nano – Università Statale di Milano
Claudia Navarini – Università Europea di Roma
Matteo Negro – Università di Catania
Paolo Nesi – Università di Firenze
Ida Nicotra – Università di Catania
Alessandra Nivoli – Università di Sassari
Vincenzo Pacillo – Università di Modena e Reggio Emilia
Davide Pacini – Università di Bologna
Pietro Paganini – Temple University of Philadelphia / John Cabot University Roma
Marco Paolino – Università della Tuscia
Mauro Paoloni – Università RomaTre
Alessandro Parolari – Università Statale di Milano
Cristina Pedicchio – Università di Trieste
Dario Peirone – Università di Torino
Paolo Pezzino – Università di Pisa
Raffele Picaro – Università della Campania Vanvitelli
Luciano Pietronero – Università La Sapienza Roma
Nicola Pisani – Università di Teramo
Anna Poggi – Università di Torino
Patrizia Polliotto – Istituto Ospedaliero Galeazzi Milano
Gennaro Quarto – Università Federico II Napoli
Giovanna Riccardi – Università di Pavia
Marco Ricotti – Politecnico di Milano
Giuseppe Rivetti – Università di Macerata
Raffaele Rodio – Università di Bari
Federico Roggero – Università La Sapienza Roma
Michele Rosboch – Università di Torino
Francesco Rotondi – Università IULM Milano
Stefano Ruffo – Sissa
Noemi Sanna – Università di Sassari
Francesco Santini – Università di Genova
Livia Saporito – Università della Campania Vanvitelli
Vincenzo Maria Saraceni – Università La Sapienza Roma
Leonardo Sechi – Università di Udine
Salvatore Sfrecola – già Corte dei Conti
Ascanio Sirignano – Università di Camerino
Laura Solidoro – Università di Salerno
Anna Solini – Università di Pisa
Stefania Supino – Università Telematica San Raffaele Roma
Sebastiano Tafaro – Università di Bari
Stefano Tarullo – Università della Campania Vanvitelli
Chiara Tenella – Università Statale di Milano
Mario Testini – Università di Bari
Giacomo Todeschini – Università di Trieste
Vincenzo Tondi della Mura – Università di Lecce
Raffaele Trequattrini – Università di Cassino
Renato Troncon – Università di Trento
Giuseppe Valditara – Università di Torino
Teodoro Valente – Università La Sapienza Roma
Anna Valvo – Università Kore di Enna
Alessandra Veronese – Università di Pisa
Vincenzo Vespri – Università di Firenze
Antonio Vicino – Università di Siena
Gianluca Vinti – Università di Perugia
Piero Volpe – Ospedale Reggio Calabria

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