Categorizzare è un’attitudine propria della mente umana, questa è una certezza che secoli di riflessioni filosofiche hanno sedimentato. Ordinare il reale è stata una delle principali preoccupazioni nella storia del pensiero, perché solo in questo modo, si diceva, è possibile ricavare delle chiavi di lettura. Solo in questo modo era possibile, dal presente, comprendere il passato ma, soprattutto, prevedere il futuro.
Eppure, il futuro non è mai stato interamente nel potere umano. C’è stato un tempo di oracoli e indovini, un tempo in cui la Sibilla rispondeva alle richieste di eroi, re e guerrieri frasi contorte che risalivano l’antro cavernoso nel quale ella stava, rintanata. Allora era un’entità superiore, un dio, che legittimava statement sibillini.
Se il pensiero debole postmoderno ha ridotto il concetto di verità in interpretazione, c’è dunque da chiedersi in quale misura le categorie all’interno delle quali il reale viene ricondotto, e le loro caratteristiche, siano ancora una rappresentazione valida del mondo.
Alice, durante la sua permanenza nel Paese delle Meraviglie, conosce un modo diverso ma non per questo meno vero di quello che ha lasciato addormentandosi.
Cosa può succedere se alcune “meraviglie” approdano al mondo del reale?
Facciamo conto che Luca e Giovanni decidano di comprare casa. Fissano in banca un appuntamento per discutere del mutuo. Si accomodano nelle poltroncine rosse dell’ufficio del dott. Maralli, il quale, sorridente, li informa che in questo momento investire sul mattone è la miglior scelta da fare e che anzi la banca darà loro più denaro di quanto dovranno poi restituire. Luca e Giovanni si scambiano uno sguardo trasecolato. Ma come, dottor Maralli, lei mi vuol dire che voi ci prestate 10 e noi vi restituiamo 9 o 8? Esattamente! Esclama il dott. Maralli, allargando il sorriso ancor di più, il tasso è negativo!
Ma come è possibile? Per secoli e secoli alla categoria “prestito” è stato associato il concetto di interesse. Per secoli la ratio del prestare denaro a qualcuno è stata quella di veder rientrare di più della somma versata. E, d’altro canto, non ha forse senso versare un corrispettivo al soggetto che si impegna a fornirti una liquidità periodica per un lasso di tempo più o meno lungo, assumendosi il rischio di una tua eventuale insolvenza? E domani? Cosa può succedere, allora, domani?
Oggi, intanto, nell’ufficio del dott. Maralli incredulità e meraviglia si trasformano presto in un guizzo di entusiasmo che accende gli occhi di Luca e Giovanni, che esclamano: firmiamo!
Il nostro futuro non dipende più dalle previsioni dell’Oracolo di Delfi, sono i dati, gli indici, le proiezioni economico finanziarie ad indicare la strada, talvolta in modo altrettanto sibillino. Che cosa dunque è intervenuto a rendere reale una tale meraviglia? La tendenza al ribasso, protagonista indiscussa delle politiche finanziarie, ha ridefinito gli equilibri. E i tassi di interesse diventano “meravigliosamente” negativi, tanto che la rivista Bloomberg ha rilevato che, a livello globale, altri tassi a lungo termine sono ora pari o inferiori allo 0%, ricavandone che ad oggi il 25% delle obbligazioni mondiali (oltre 14mila miliardi di dollari) è già in territorio negativo.
Dio è morto? A quale meravigliosa post verità stiamo assistendo?
Questa. Se è vero che i tassi negativi diminuiscono il ritorno della banca sul prestito, è oggi una scelta migliore concedere a Luca e Giovanni, due soggetti privati che costruiscono il proprio futuro, un mutuo a tasso negativo piuttosto che depositare denaro presso la BCE o operare secondo le regole tradizionali della categoria del credito. Se è vero che prestiti alle imprese garantirebbero un ritorno economico in virtù di tassi più elevati, il rischio e l’incertezza è di gran lunga maggiore.
Una meraviglia divenuta realtà già in alcuni paesi, e forse altri ne seguiranno l’esempio.
Non sa il dott. Maralli quanto questo potrà durare, se i mutui a tasso negativo uniti al prevedibile aumento dei prezzi delle case potranno causare una bolla immobiliare. A lui, che è sempre stato abituato a ragionare in un certo modo, viene in mente una canzone che sua figlia mette spesso in macchina, al mattino quando l’accompagna a scuola: “Trovami un modo semplice per uscirne”, s’intitola. È il ritornello che gli sembra calzare a pennello: “Come puoi vivere a testa in giù?”.
21° appuntamento con la rubrica “Finanza e Diritto…a Parole”, su Mag di Legalcommunity. “
categorie: finanza , opinioni e attualità