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L’economia e i provvedimenti per la ripresa in Italia e in Europa. BCE, MES, Recovery Fund: molti strumenti ma quali soluzioni?

Continua il ciclo di conferenze orgazzate da Muzinich & Co., il tema di oggi è “Dopo le riaperture: stato dell’economia e provvedimenti per la ripresa in Italia e in Europa. BCE, MES, Recovery Fund: molti strumenti ma quali soluzioni?”

Ospite d’eccezione del dibattito Ferruccio de Bortoli, una fra le più autorevoli firme del giornalismo italiano, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore. Partecipano Fabrizio Pagani, già capo della segreteria tecnica del MEF e ora Global Head of Economics and Capital Market Strategy di Muzinich & Co., e Domenico Del Borrello, Country Manager Italia di Muzinich.

 

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Il dl rilancio, MES e Recovery Fund

“Il dl rilancio ha dato risposte a macchia di leopardo e di difficile lettura”, afferma Pagani. Nonostante “qualche misura anche molto positiva”, altre “tendono a far adagiare chi è in sofferenza su meccanismi di tipo assistenzialistico”, come il contributo a fondo perduto che “può essere necessario in certi casi, ma forse misure di tipo fiscale potevano essere più stimolanti”. “Bene la spinta su Pir, importante per canalizzazione del risparmio delle famiglie nell’economia reale”. Mancano invece previsioni sugli investimenti da parte delle imprese: “misure come ammortamento e iper ammortamento potrebbero essere introdotti per stimolare le imprese a investire”.

Dal fronte europeo, rileva de Bortoli, la risposta c’è stata e “a differenza della crisi del 2008-9 sono stati messi in campo strumenti adeguati”. Si tratta però di risolvere uno dei “grandi equivoci del dibattito pubblico”: “si è diffusa la sensazione che la Bce ci compri tutto, che la monetizzazione del debito ci sia e sia totale”. Inoltre, “solo in Italia c’è una polemica così poco informata e strumentale sul Mes”. La “chiave di tutto” sarà il recovery fund e de Bortoli prevede “che saremo costretti ad aderire al Mes e probabilmente i 5Stelle dovranno ingoiare questa pillola”. Ma il vero problema resta: “noi abbiamo un progetto per investire i soldi del Mes che sono condizionati alle spese per il sistema sanitario? Quanto avvenuto in questi due mesi mostra che non c’è un piano organico per investire sul sistema sanitario”. “Il 90% delle strutture sanitarie (macchinari compresi) utilizzati per le cure è già stato ammortizzato, questo dimostra la necessità di “rinnovare macchinari vetusti”. Inoltre, “abbiamo la più bassa quota di investimento in quota capitale pari a 60 euro contro 1900 euro in spesa corrente”. Da evitare soprattutto il rischio che il Mes si riduca ad “elargire una serie di contentini anche magari alle regioni che fortunatamente non hanno avuto un’emergenza sanitaria”.

 

Debito pubblico e imposizione fiscale

Per quest’anno del debito pubblico italianonon dobbiamo preoccuparcene, ma dovremmo preoccuparcene a partire dall’anno prossimo quindi dobbiamo già iniziare a pensare a delle contromisure”, afferma Pagani. Per il 2020, “economia e società hanno bisogno di misure di stimolo chiare. Io penso che si dovrà andare anche più a fondo del deficit al 10,4% del pil che il governo stima e spero ci sia il coraggio di farlo. I nodi verranno al pettine però. In questo momento operiamo sotto l’ombrello della Bce che è molto potente e avvolgente”. Infatti, “Quest’anno dal lato della politica di bilancio l’Ue ha sospeso il patto di stabilità e crescita e indicando che devono spendere quanto necessario ma questa finestra si chiuderà. Preoccupiamoci per gli anni successivi: le misure che dobbiamo prendere quest’anno e le possibilità di spesa che abbiamo devono essere usate nella maniera più oculata possibile per la crescita. Se questa occasione viene persa diventerà molto complicato uscirne”.

Dal punto di vista dell’aumento della pressione fiscale, Pagani rileva che non sembra “il momento di mettere nuove tasse, è il momento di stimolare l’economia e anche di sostenere la domanda. Ci troviamo con una grande responsabilità: in questo momento possiamo fare deficit” ed è allora fondamentale “capire la qualità di questa spesa (dl rilancio) afferma de Bortoli. “Questo è il punto su cui il governo si dovrebbe concentrare più che pensare il reperimento di risorse”, aggiunge Pagani. In ambito fiscale, maggiore proattività sarebbe auspicabile. “Serve lotta all’evasione e recupero delle risorse”, afferma Pagani, avanzando anche l’ipotesi di “una riforma dell’Irpef e un taglio delle aliquote per le classi meno agiate”.

 

Lo sguardo al futuro

L’instabile stabilità del governo italiano pare assicurata almeno nel prossimo futuro. “Il virus è una grande garanzia di stabilità di un governo instabile e considerato finito da gran parte dei suoi attori”, commenta de Bortoli. “Non si cambia cavallo mentre si guada un fiume. Il virus è paradossalmente una polizza assicurativa del governo Conte due”. Eppure, occorre in tempi rapidi e con concretezza definire misure certe a beneficio dell’intera economia. “Le nostre risorse sono risparmio e imprenditoria. Incrociamole, credo che diversi strumenti ci siano perché questo sia possibile. È solo con queste risorse e con la crescita che riusciremo a uscire, a tempo debito, da eventuali problemi della finanza pubblica che ci sono ma non sono inevitabili”, conclude Pagani.

 

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