BeReal

Il “social delle foto oneste”

Negli ultimi mesi, ne abbiamo sentito molto parlare, specie per via del grande successo riscosso a partire dallo scorso luglio negli Stati Uniti. Ma avete capito di che cosa si tratta? Beh, partiamo dalle basi…

 

Con oltre 21 milioni di utenti al mese e quasi 3 milioni di accessi al giorno, BeReal è l’app che permette di catturare momenti in tempo reale, senza filtri, post-produzione, sponsorizzazioni o like. Lanciata nel 2020 in Francia da Alexis Barreyat e Kévin Perau e divenuta famosa appena qualche mese fa, la piattaforma nasce con l’obiettivo di presentare le persone nel loro quotidiano in totale spontaneità, anche in vesti non propriamente fotogeniche – o meglio “instagrammabili”. Da qui il payoff dell’app: Your friends for real”.

BeReal si pone quindi come antidoto allo stile patinato e perfezionista dei social media canonici e punta tutto su un ritorno all’intimità, a partire proprio dalla possibilità di condividere i contenuti unicamente nella propria cerchia di amici. E così, addio anche a tutte quelle logiche di influencer building tipiche di social come Instagram e TikTok.

 

 

“BeReal non ti renderà famoso, se vuoi essere un influencer, puoi rimanere su TikTok e Instagram”, sono gli stessi sviluppatori a descriverla così sui vari App store.

 

Come funziona?

Con una notifica al giorno, in orari diversi ogni volta, l’app avvisa che è il momento di pubblicare una foto. A quel punto, si hanno a disposizione soltanto due minuti per produrre un contenuto e pubblicarlo, usando sia la fotocamera interna che quella esterna del cellulare. Il risultato è uno scatto doppio, quanto più reale possibile, che può essere condiviso con gli amici o in una homepage pubblica.

 

Se la pubblicazione avviene dopo lo scadere dei due minuti, le foto vengono contrassegnate come in ritardo”. In più, non è possibile visualizzare i post dei propri amici, a meno che non si sia prima pubblicato il proprio scatto – o meglio, scatti. Questo è un sistema chiamato post to view, usato in passato anche da Facebook per l’app di messaggistica Slingshot.

 

Anche l’interazione tra gli utenti è resa più autentica grazie all’assenza di like o emoji: per reagire ai contenuti, vanno infatti usate quelle che vengono chiamate “RealMoji”, un selfie rappresentativo dell’espressione che si vuole comunicare.

 

 

C’è spazio per brand e aziende?

Molti brand puntano ormai a raggiungere e coinvolgere le generazioni più giovani e BeReal sembra fare al caso loro, proprio in quanto canale preferito dalla Generazione Z.

Negli Stati Uniti c’è chi ha già provato a sfruttarne il potenziale per puntare al pubblico dei giovanissimi. Si tratta della catena di ristoranti statunitense Chipotle Mexican Grill. Approdata sull’app all’inizio di quest’anno, ha deciso di sfruttarla per il lancio di una campagna promozionale, pubblicando un codice promozionale, che avrebbe dato diritto a un omaggio per i primi 100 utenti che l’avessero utilizzato. In 30 minuti, il codice aveva già raggiunto i 100 utilizzi.

 

Un caso per ora isolato, però, quello di Chipotle Mexican Grill. Questo perché il vero limite per i brand nell’intraprendere una strategia di comunicazione su BeReal sembra essere proprio la piattaforma stessa. Nei termini di utilizzo dell’app, infatti, alla voce User obligations, si legge come BeReal vieti l’utilizzo della piattaforma per scopi pubblicitari o commerciali. La ragione è chiara: le condizioni imposte dalla piattaforma hanno l’obiettivo di mantenere l’autenticità dei contenuti, aspetto alla base del concept di partenza.

 

“BeReal is life, real life, and this life is without filters”

BeReal, è evidente, sembra volersi posizionare come social “di rottura”, puntando a ridefinire i canoni di bellezza e lifestyle, a cui le altre piattaforme – in particolare Instagram – ci hanno abituato.

 

Ci si chiede però se, una volta terminato l’effetto novità, la piattaforma sarà in grado di integrare aggiornamenti in grado di mantenere alto l’interesse degli utenti, anche per far fronte alla spietata competizione con gli altri social, che stanno iniziando a copiarne alcune funzionalità. TikTok, ad esempio, non ha perso tempo e ha lanciato negli USA la funzione sperimentale “Now”, che propone la stessa idea di base di BeReal, aggiungendo però la funzionalità video.

 

Nonostante il grande successo di questi mesi, è ancora troppo presto per fare pronostici sul futuro dell’app. Non resta quindi che tenerla d’occhio, testarla e osservarne la crescita, per valutare eventuali opportunità di comunicazione. Se dovesse spiccare il volo, sarebbe certamente il luogo ideale per comunicare al pubblico più giovane, che continua a migrare da un’app all’altra per sfuggire all’invasione dei boomer. In caso contrario, potremo comunque dire di aver assistito a un interessante esperimento sociale.

 

 

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