Estate 2021: due consigli di lettura

È arrivato agosto. Che fuggiate il caldo al mare o in montagna, un buon libro è il compagno ideale! Noi ve ne proponiamo due, entrambi a firma giornalistica, che hanno almeno una cosa in comune: Londra.

 

È da un palazzo in Sloane Avenue ex proprietà dei grandi magazzini Harrods, che parte, o per meglio dire esplode, lo scandalo dell’Obolo di San Pietro, affrontato da Mario Gerevrini e Fabrizio Massaro ne I Mercanti nel Tempio.

 

I due giornalisti del Corriere della Sera scavano per ricostruire la risposta ad una domanda apparentemente semplice: dove sono finiti i soldi delle offerte al Papa? Lo fanno senza mai abbandonare il punto di vista economico finanziario, sicché il saggio si trasforma in una lucida analisi delle dinamiche gestionali e contabili personalistiche e poco tracciabili della macchina Vaticana. L’Obolo di San Pietro è il nome dato alle offerte che i fedeli, ogni anno il 29 giugno, donano direttamente al Papa (e che nell’era di internet arrivano tutto l’anno, dopo l’apertura di un sito dedicato): spiccioli da tutto il mondo che, riuniti, diventano milioni.

 

Come vengono gestiti questi soldi? L’inchiesta nasce quasi per caso quando, ancora in epoca pre-covid, Genevrini e Massaro scoprivano in redazione, seduti schiena contro schiena, le prime indiscrezioni sulla vicenda dalle pagine de L’Espresso. Una ricostruzione che scorre veloce, quasi al ritmo di un poliziesco, in cui scopriamo che le storie dei personaggi coinvolti, da Mincione a Torsi a Capaldo, non sono che una storia dentro quella, più grande e impegnativa, di un transatlantico (il Vaticano) che sta ancora virando verso la trasparenza, nonostante la sterzata al timone sia stata data non poco tempo fa.

 

Ricostruire i viaggi del denaro è tanto più arduo in un mondo ormai globalizzato, dove le distanze esistono sempre meno e gli spostamenti sono tanto facili. Ma sarà ancora così? Simone Filippetti, giornalista del Sole 24 Ore attualmente inviato a Londra, non ne è così convinto.

 

Il suo saggio Un pianeta piccolo piccolo sottotitola per l’appunto “la fine della globalizzazione” e propone un ragionamento ampio, sfaccettato, ricco di contaminazioni che vanno dal cinema alla filosofia alla storia allo sport, che si impegna a fare un punto sul come la società è arrivata allo spartiacque del covid e se questo virus “farà crollare il castello della globalizzazione”.

 

Da oltre 20 anni Filippetti scrive di finanza e mercati, ma questa volta lo fa in un modo diverso. I sette capitoli del saggio racchiudono più che previsioni future: Filippetti condivide con i lettori prospettive per il mondo di oggi, a partire dal mondo di ieri. Così scopriamo cosa successe in Olanda con le speculazioni sui tulipani, perché il debito nella finanza è un ingrediente tanto importante; troviamo messi a fianco la Fed e un pub, Dylan Dog e i crolli in Borsa.

 

Due volumi per due chiavi di lettura dell’attualità che stiamo vivendo e riflettere – all’ombra di un albero o di un ombrellone – sul futuro economico e sociale che ci attende.

 

categorie: opinioni e attualità