Diego Maradona: una morte che ha unito la comunicazione mondiale

Mercoledì 25 novembre, ore 17.15. Tra bollettini del giorno in arrivo, e lavoratori divisi tra uffici e smart working, la vita procede nel limite della normalità. Poi a un tratto, il mondo si ferma. I cellulari iniziano a squillare e a riempirsi di notifiche whatsapp, sui social l’argomento inizia pian piano a cambiare, fino a uniformarsi completamente. Alle 17.06, un flusso enorme di messaggi partito dall’Argentina, e nello specifico dalla sede del quotidiano Clarins, ha iniziato a ricoprire ogni singolo centimetro della superficie terrestre. Un flusso che porta con sé un messaggio, che per la fretta ha ancora le esatte sembianze del titolo di Clarins: “Comnociòn Mondial: murià Diego Maradona”.

 

I terreni del cordoglio: whatsapp

 

I minuti successivi, riportano il mondo a una realtà che non si viveva da anni. Un’atmosfera vista esclusivamente in momenti di cordoglio, ma che come in passato riunisce per un attimo il mondo intero, annullando ogni differenza. Su WhatsApp, non importa se si tratta di un gruppo composto da colleghi, familiari o amici. Un pensiero a Diego Armando Maradona, o almeno un accenno alla notizia della sua dipartita, viene dato. Ne parlano giovani e anziani, di ogni classe sociale, genere e categoria lavorativa.

 

I messaggi sui social

 

Da anni sono i social il primo mezzo di comunicazione con cui esprimere il proprio cordoglio, e ciò che si è visto su whatsapp viene perfettamente trasposto sulle bacheche di facebook, Instaram e twitter. Per alcune ore, non esiste coronavirus, e la giornata contro la violenza sulle donne, doveroso argomento di giornata, viene messo in secondo piano. Esattamente come accaduto nelle chat di messaggistica, per un attimo non esistono differenze. Per alcune ore, si sono fermate: comunicazione politica, comunicazione covid, comunicazione economica o finanziaria. Dall’Eliseo ad Adhmadinejad, da Salvini a Renzi, dal Milan a Bolt, gli attori del mondo contemporaneo hanno una parola da spendere su Maradona, che questo sia un ricordo, un messaggio di cordoglio o una semplice dedica.

 

 

La reazione dei giornali

 

Lo stesso accade nelle sedi delle testate giornalistiche, dove un bel po’ di piani riguardanti il giorno successivo vengono sconvolti. La presa di coscienza è una sola: per un giorno non esisterà troppa differenza tra le prima pagine di quotidiani sportivi, economici e politici, che questi siano europei, americani, asiatici o sudamericani. Uno spazio dovrà essere dedicato a lui, a Diego, che si tratti del Paìs, del Financial Times, del Sole 24 Ore o della Gazzetta dello Sport. La figura mitica del calciatore supera i confini delle pagine sportive per conquistare non solo le prima pagine e la cronaca i commenti o gli editoriali, ma inserti di ogni genere. In un susseguirsi di approfondimenti dalle mille sfaccettature, la vita del Pibe de Oro viene scandagliata da cima a fondo, partendo dai successi sportivi per arrivare alla sua vita privata e ai rapporti poco chiari che ha avuto con vizi e tifoserie. Ne sono esempi “Il Caffè” di Massimo Gramellini, che racconta

in breve le reazioni alla sua morte, o l’intervista uscita oggi sul Corriere, che ripercorre parte della sua vita sentimentale tramite un’intervista al suo amore napoletano Cristina Sinagra. Segno di come la figura di Maradona abbia lasciato un segno che va ben oltre un mero Palmarès. Senza considerare i tantissimi video caricati in tutti i quotidiani online.

 

Un’icona che ha unito il mondo intero

 

Diego Armando Maradona ha rappresentato ben più di “un semplice” calciatore. È colui che ha dimostrato al mondo ciò che era possibile fare con un pallone, salvo poi fargli capire che era possibile solo per lui. E non solo: perché grazie a quel pallone, Maradona è diventato protagonista di uno storytelling che va oltre lo sport trasformandosi in un’icona di rivalsa sociale, per la quale il calcio non è stato altro che un palcoscenico. È lo “scugnizzo” che ha portato lo scudetto a Napoli quando l’egemonia apparteneva agli “squadroni del Nord”, è l’eroe che con la sua Argentina ha battuta l’Inghilterra ai memorabili quarti di finale dei mondiali dell’86, quasi una rivincita della battaglia delle Falkland su un campo diverso, ma forse non così tanto. Diego Maradona rappresenta molto di più di una magia sotto forma di numeri, dribbling e giocate.

La sua figura da anni era uscita dalla semantica sportiva, per andare a posizionarsi in quella schiera di nomi che rappresentano un ideale, un messaggio, uno stile di vita. Per gli amanti del calcio, ad essere morto è IL calcio, per napoletani e argentini ad essersene andato è il DIOS. Per tutti gli altri, ad essere scomparsa è un’icona, nel bene e nel male. Un’icona che, come in vita grazie ad un pallone, anche nella morte ha annullato ogni differenza, riunendo il mondo intero in un unico grande messaggio di cordoglio.

 

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