Finanza e Diritto...a Parole

L’imprevedibile picchiata del CIGNO NERO

La vicenda di Odette e Odile, il cigno bianco e il cigno nero del Lago dei Cigni che tutti almeno una volta abbiamo visto a teatro, comodi sul velluto rosso delle poltrone, non è solo materiale per iconici pas de quatre.

Il cigno nero non è semplicemente, come si racconta ai più piccini, la copia cattiva della buona principessa che alla fine ci lascia le penne (per rimanere in ambito ornitologico). È qualcosa di più, semplificato nella sempreverde distinzione che i bambini fanno fra buono e cattivo, bello e brutto. Sono queste i due poli che governano il nostro mondo. Conosciuto e sconosciuto, sicuro e insicuro, certo e incerto. Come cantava Mago Merlino al giovane Semola tramutato in pesce: per ogni su c’è sempre un giù, per ogni men c’è sempre un più. È dunque l’alternanza fra poli che scrive la storia, (è questo il mondo fa girar, canta sempre Mago Merlino), quella di ognuno di noi e quella collettiva.

A questo proposito, se ognuno di noi pensa alla propria storia personale, è praticamente certo che almeno la maggior parte dei “turning points” sono stati dettati da eventi casuali, da fortuite coincidenze che portano alcuni a credere nel destino e altri nella fortuna. Da questo punto di vista, possiamo dire che la nostra storia è data una polarità definita: l’alternanza di eventi certi perché prevedibili ed eventi incerti perché imprevedibili e che, spesso, sono proprio questi ultimi ad avere maggior impatto sul complessivo corso degli eventi.

È qui che il cigno nero, Odile, lascia il palcoscenico del teatro per guadagnare quello del mondo e sconvolgere, a colpi di fouettés en tournant, la nostra tranquilla e prevedibile esistenza. Cos’è il Cigno nero? Secondo Taleb, professore ed ex broker, è un evento con tre precise caratteristiche: rapidità, impatto enorme e prevedibilità retrospettiva. La prima: è un evento isolato che avviene repentinamente senza rientrare nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. La seconda: è un evento dall’impatto enorme, con conseguenze che si espandono senza argini da un settore all’altro, da un luogo all’altro. La terza: nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge ad elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa per renderlo spiegabile e prevedibile.

Era forse prevedibile per il principe Sigfrido che al ballo non si sarebbe presentata la sua bella Odette ma un’altra donna? No. L’impatto della comparsa di Odile è stato devastante? Assolutamente: ha causato la morte di Odette e quella del principe, di conseguenza l’interruzione di una linea ereditaria (non risulta che il principe avesse fratelli) e potrebbe esser stata causa di sanguinose guerre di successione, chissà. A posteriori, sarebbe stata giustificabile e prevedibile la comparsa di Odile al gran ballo? Certo, era chiaro che il malvagio mago Rothbart avrebbe fatto il possibile per tenere stretta Odette fra le sue grinfie ed era prevedibilissimo che la soluzione più semplice (ah, come sono volubili gli uomini) era far innamorare il principe di un’altra.

Ciò che è affascinante e allo stesso tempo mina alla base l’approccio umano al sapere è questa domanda: non è strano che un evento accada proprio perché non è stato previsto? Taleb, che ha reso il Cigno nero protagonista di oltre 300 pagine, proprio su questo si sofferma, puntualizzando che la logica del Cigno nero rende ciò che non si sa molto più importante di ciò che si sa. E, in effetti, nel Lago dei Cigni non è tanto importante che Sigfrido sappia che sia Odette a venire al ballo quanto il fatto che non sappia che è invece Odile a presentarsi.

Una situazione invero disagevole, soprattutto se partiamo dal presupposto che l’uomo utilizza la conoscenza come strumento di previsione e di lettura del reale. A che serve se poi quello che conta, gli eventi che cambiano il corso della storia sono imprevedibili? Il saggio di Taleb Il Cigno nero uscì nel 2007, un anno prima della grande crisi finanziaria, quella devastante i cui effetti ancora oggi risuonano. A posteriori molti dissero che Taleb aveva previsto tutto, confermando ancor di più che quello dei mutui subprime fu davvero un cigno nero.

Dove si produce il cigno nero? Taleb identifica un luogo preciso ove questo uccello nasce: la “piega platonica”. Il confine pericoloso in cui la mentalità platonica che ragiona per modelli e costruzioni, per mappe intellettuali della realtà, entra in contatto con la realtà confusa. Lì il divario fra ciò che si sa e ciò che si crede di sapere diventa pericolosamente ampio. Lì nasce il Cigno nero, si rafforza, pronto a travolgere persone, imprese, regole e mercati, inarrestabile e turbinoso come Odile e i suoi 32 fouettés.

 

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Per questo numero di “Finanza e Diritto…a parole” su Mag di Legalcommunity, vista la surreale situazione che ci stiamo trovando a vivere, scelgo di raccontare un concetto trasversale non solo alla finanza e al diritto, ma alla vita e alla storia tutta.

 

categorie: opinioni e attualità