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Cessione del credito e Pubblica Amministrazione: come garantire liquidità alle imprese?

In occasione dell’appuntamento “Economia reale, territorio e imprese: come resistere alla crisi e ripartire”, organizzato da RCS Academy il 21 maggio, Manager ed esperti finanziari hanno fornito un’analisi di quanto sta accadendo nell’economia reale tra scelte della BCE, gli stanziamenti delle banche ai territori e i conseguenti impatti sulle imprese italiane.

Gianluca Garbi, Amministratore Delegato di Banca Sistema, nel contesto della spesa pubblica in aumento anche in ambito sanitario, ha evidenziato alcuni aspetti da migliorare nelle procedure di cessione del credito verso la Pubblica Amministrazione.

Infatti, nonostante i numerosi interventi in favore della liquidità alle imprese, il vero tema sta nella capacità della Pubblica Amministrazione di pagare tempestivamente i propri debiti. Stupisce a questo proposito, che nel Decreto Rilancio sia stato previsto il divieto di prosecuzione o di inizio di azoni esecutive finalizzate al recupero del credito in ambito sanitario, “un blocco” rileva Garbi, “che già in passato è stato considerato anticostituzionale e che fa sì che questi crediti siano difficilmente recuperabili” e quindi finanziabili.

 

Cessione dei crediti commerciali: l’opportunità del factoring

 

Sul tema della cessione dei crediti commerciali, il problema operativo sta nel consistente numero di controlli che la Pubblica Amministrazione deve evadere prima della cessione dei pagamenti,” è questo il motivo principale dei ritardi”, afferma Garbi. L’attività di Banca Sistema risulta dunque l’anello della catena fondamentale per garantire in concreto la liquidità fra le mani dell’imprenditore: “noi acquistiamo i crediti della Pubblica Amministrazione dando immediatamente liquidità all’impresa”.

A questo proposito, utilizzare il contratto di factoring aiuterebbe moltissimo per una maggiore fluidità dei passaggi e l’accelerazione del riconoscimento di quanto dovuto alle imprese per il lavoro fatto. Rileva Garbi: “È lo strumento migliore per smobilizzare i crediti e andare a togliere al creditore il carico, in termini di tempo e denaro, della procedura di recupero del credito, soprattutto nei confronti della PA che è un interlocutore poco accessibile”.

 

Cessione dei crediti d’imposta: non solo compensazione ma anche rimborso

 

Il Decreto Rilancio è impostato sulla base di crediti di imposta, ma per quanto riguarda la cedibilità dei crediti d’imposta, sarebbe opportuno garantire la possibilità di ottenerne il rimborso dalla PA e non solo la facoltà di utilizzarli per compensazione dei propri debiti nei confronti dell’erario. Questo “consentirebbe alle aziende di cederli, ottenendo liquidità immediata, lasciando agli intermediari finanziari l’onere di incassare il pagamento della PA”. Una considerazione rilevante, ad esempio, per l’ecobonus, anch’esso cedibile ma poi utilizzabile solo per compensare altri crediti d’imposta. Questo rende la cessione dei crediti d’imposta ad oggi “un’arma con la punta spuntata”, conclude Garbi.

Si tratta di piccoli provvedimenti che, senza modificare il quadro generale, potrebbero accelerare processi che oggi sono estremamente lenti, garantendo una migliore operatività al dl Rilancio e una maggiore fluidità nella gestione dei crediti verso la PA.

 

È possibile rivedere il webinar “Economia reale, territorio e imprese: come resistere alla crisi e ripartire” di RCS Academy in versione integrale a questo link.

categorie: opinioni e attualità