Il tempo: nuova moneta della comunicazione

Si conferma il trend della fruizione digitale dei media. Le previsioni espresse dal report internazionale “Media digital consumption report” elaborato dall’agenzia Zenith indicano un aumento del tempo speso dai consumatori di tutto il mondo su internet da mobile: da una media di 800 ore del 2019 ad una media di 930 ore nel 2021, equivalenti a 39 giorni. Si tratta di un incremento medio del 15% annuo, registrato dal 2015, anno della prima edizione del report, quando il tempo medio di permanenza su internet da dispositivi mobili si fermava a 80 minuti al giorno.

A farne le spese, la media consumption sugli altri media. Tra il 2014 e il 2019 il tempo dedicato alla lettura dei quotidiani è passato da 17 a 11 minuti al giorno, quello dedicato ai magazine invece è sceso da 8 a 4 minuti.

Il tempo, bene non durevole che assurge ad unità di misura fondamentale per la nostra epoca.

I dati riportati illustrano la semplice evidenza in virtù della quale, date le 24 ore della giornata, all’aumento della fruizione di un media deve necessariamente conseguire la diminuzione della fruizione di un altro. Intimamente connesso è il tema dell’attenzione in quanto, come avevamo illustrato precedentemente, impegnare il proprio cervello nell’analisi e comprensione di un messaggio consuma, appunto, del tempo. L’aumento esponenziale dei contenuti fruibili online a poco o nullo prezzo, non deve trarre in inganno: vi è comunque un costo che chiunque paga, anche per uno scroll sulla home page di Facebook: il proprio tempo.

Può dunque essere utile, per guadagnare una prospettiva nuova nell’analisi della comunicazione digitale, ragionare secondo questo assunto: il fornitore di contenuti “compra” il tempo del consumatore. E tanto più ne compra quanto più è capace di catturare e mantenere l’attenzione del suo pubblico.  

A dicembre 2018, erano online circa 1.94 miliardi di siti in tutto il mondo, un numero che pare quasi infinito. Ognuno di essi comunica qualcosa e tutti sono in spietata concorrenza per accaparrarsi la nostra attenzione per poi rivenderla al miglior offerente. Il valore dell’utente online è parametrato sul tempo che egli, verosimilmente, può trascorrere in rete: circa otto ore al giorno, secondo un’altra ricerca dell’agenzia Zenith (delle altre 16 ore, 8 si lavora e 8 si dorme…vero?).

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’essere umano non abbia prezzo. L’essere umano digitale, invece, un prezzo ce l’ha, peraltro variabile: per Facebook è circa 19 dollari.  

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