Il mestiere del consulente in equilibrio tra techne e poiesis

Ricordo bene il mix di emozioni che mi ha accompagnata in ufficio il primo giorno della mia Cantera in Barabino & Partners: curiosità nei confronti del mondo dell’agenzia, aspettative riguardo a ciò che avrei potuto apprendere e anche un pizzico di timore di non essere all’altezza di una carriera su cui avevo tanto fantasticato, ma che non avevo ancora avuto occasione di sperimentare attivamente.

 

L’esperienza della Cantera è qualcosa di completamente diverso da ogni altro stage, non per via del nome particolare, ma per la cura e l’attenzione che viene rivolta al canterano da formare.
Sin dall’inizio del percorso sono stata coinvolta con entusiasmo in tutte le attività dell’agenzia avendo così l’opportunità di prendere parte a vari progetti di comunicazione corporate e brand per clienti appartenenti a settori diversi.

 

La Cantera è stata per me una full immersion nel mestiere della consulenza in comunicazione d’impresa che ho potuto sperimentare nella sua operatività: dalle mansioni più routinarie come le rassegne stampa e la stesura dei comunicati, ai progetti più sfidanti come la costruzione di un piano di comunicazione studiato ad hoc sulle esigenze del cliente o la gestione di tavole rotonde e conferenze stampa.

 

Ciò che ho capito lungo il mio percorso in Barabino è che il mestiere del consulente necessita – rubando due termini a Platone – di techne e poiesis.

 

La techne, che il filosofo riconduce alla dimensione del saper fare e del produrre seguendo delle regole, si acquisisce attraverso l’esercizio quotidiano, sotto la guida del tutor e dei numerosi colleghi di grande esperienza che con pazienza e dedizione spiegano alle giovani risorse i segreti della professione. In breve tempo, grazie ai loro consigli esperti, ho imparato a padroneggiare gli strumenti del mestiere, acquisendo sempre più autonomia su diversi fronti, e ho compreso quanto organizzazione e gestione del tempo siano importanti per portare avanti le attività di un portafoglio di clienti ampio e diversificato.

 

La poiesis esprime in Platone ogni attività patrocinata dalla Muse che si definisce per essere svincolata da norme esecutive e per essere connessa a una forma di sapienza fondata sull’ispirazione. In questa professione la si esercita attraverso lo sguardo personale, la sensibilità nel leggere i fenomeni del nostro tempo, a cui poi si lega una sempre più profonda proprietà di linguaggio per plasmare un messaggio che spesso viene consegnato grezzo dal cliente nelle mani del comunicatore. Questa capacità è altrettanto, se non addirittura più importante, per svolgere al meglio questa professione. Se è vero che curiosità e pensiero critico sono qualità innate, è altrettanto vero che possono essere affinate allenando lo sguardo e la mente alla ricerca del giornalista giusto a cui veicolare un contenuto o del taglio perfetto per trasformare una semplice informazione in una notizia.

 

Senza dubbio, la promozione di un ambiente in cui il confronto e il dialogo sono incentivati crea un terreno fertile per il libero scambio di idee, opinioni e prospettive tra i membri del team, garantendo che le risorse si sentano non solo autorizzate, ma anche incoraggiate a esprimere serenamente la propria visione, sia che si tratti di esplorare strategie mirate ai clienti o di discutere argomenti di attualità con i colleghi. La cultura del confronto e del dialogo promuove un senso di appartenenza e fiducia e funge da catalizzatore per l’innovazione e la creatività aprendo le porte a soluzioni originali e approcci innovativi.

 

Giunta ormai quasi al termine della mia esperienza da canterana mi sento molto grata per il bagaglio di competenze acquisite durante il cammino ma ancora più grata per le relazioni e le occasioni di confronto e riflessione che hanno reso l’esperienza dello stage una palestra di formazione umana e professionale.

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