Finanza e diritto...a parole

L’economia di Riccioli D’Oro

C’era una volta una graziosa bambina, Riccioli D’Oro. Aveva, com’è facile prevedere, morbidi riccioli color del grano che incorniciavano un visino paffuto, per questo la mamma la chiamava così, tanto che ormai nessuno le riconosceva altro nome che questo. Se è vero che i riccioli d’oro fanno subito pensare ad una bimba bella e buona, purtroppo devo confidarvi che, se nulla c’era da dire sulle rosee guanciotte e i lineamenti delicati, dal verde degli occhi di Riccioli D’Oro troppo spesso sprizzavano scintille di monelleria.

Poco distante dalla casetta di Riccioli D’Oro, abitava una famiglia di orsi. Quel giorno, Mamma orsa preparava la colazione come ogni mattina. L’odore del caffè riempiva già la cucina e il latte riscaldava in una grande pentola smaltata. “Mamma, mamma!” Dal piano di sopra la voce esasperata di Piccolo orso chiedeva aiuto, mamma orsa d’un balzo salì le scale e trovò il suo piccolo in guerra con i lacci delle sue nuove scarpe da montagna. Vergognato per la sconfitta subita dalle stringhe di corda, Piccolo orso scese giù in cucina con la sua mamma, le scarpe allacciate strette e pronto per correre a giocare nel bosco, dopo la sua calda tazza di latte. Così sedettero a tavola, Piccolo orso, Mamma orsa e Papà Orso. Ma il latte nelle tre scodelle era troppo caldo e la famiglia decise di fare una passeggiata, nell’attesa che si freddasse.

Proprio quella mattina, la nostra Riccioli D’Oro se ne andava saltellando per il sentiero sul limitare del bosco, quando il suo nasino incontrò l’odore denso e schiumoso del latte caldo. Gli occhi accesi, la piccola abbandonò il sentiero e si diresse decisa verso la finestra socchiusa della cucina di casa Orsi, che prometteva una gran bella colazione. In punta di piedi, Riccioli D’Oro si avvicinò al tavolo di legno dove erano le tre scodelle di latte e, guardandosi circospetta intorno, portò alle labbra la prima, quella di Papà orso. “Ahi! È troppo caldo questo latte!”, esclamò, allontanando di scatto la bocca e riappoggiando la scodella sul tavolo, dandone un generoso assaggio anche alla vivace tovaglia a fiori. Prese allora la scodella successiva, quella di Mamma orsa. “Eh, no! Questo si è raffreddato” mugugnò indispettita e si diresse verso l’ultima, quella di Piccolo orso. “Ecco! Questo sì che è perfetto: né troppo caldo, né troppo freddo”.

Il racconto continua, ma a noi basta fermarci qui. La storia di Riccioli D’Oro non è italiana e la bimba, nella versione originale, si chiama Goldilocks. Agli inizi degli anni Novanta, l’analista americano David Shulman, ispirandosi alle monellerie della bambina, conia la figura della “Goldilocks economy”: l’economia dei riccioli d’oro. Come Riccioli D’Oro ha scartato il latte troppo caldo e quello troppo freddo, allo stesso modo la scodella perfetta da bere è quella con un latte caldo abbastanza perché aumenti il profitto ma freddo abbastanza da evitare che la Fed aumenti i tassi di interesse.

La Godilocks economy, dunque, non è né troppo calda né troppo fredda, ed esprime lo stato ideale di temperatura che il latte deve mantenere per essere bevuto senza bruciarsi ma riscaldandosi. Per il sistema economico, questo stato ideale di temperatura corrisponde ad una situazione di disoccupazione bassa, stabilità economica e di crescita. In altre parole, dipinge uno stato in cui l’economia non subisce “sbalzi termici”, cioè non presenta contrazioni o espansioni improvvise. La crescita economica, equilibrata e stabile, è abbastanza da prevenire il rischio della recessione ma non così spinta da poter causare una situazione di inflazione.

Tornando alla fortunata scodella di Piccolo orso che ha soddisfatto tanto Riccioli D’Oro, occorre precisare che non è facile raggiungere e soprattutto mantenere una condizione di temperatura perfetta, né troppo calda né troppo fredda. Il ciclo economico della Goldilocks Economy è altrettanto fragile da mantenere, e può addirittura sembrare paradossale in queste sue caratteristiche, poiché funziona solo in nome della moderazione. Gli ingredienti per una perfetta temperatura sono infatti un tasso di disoccupazione basso, tassi di interesse di mercato bassi, inflazione bassa e un PIL stabile. In questa cornice, una brusca accelerazione del PIL non sarebbe la benvenuta perché spingerebbe le banche centrali ad alzare consistentemente i tassi di interesse per evitare impennate infrazionistiche. Posto d’onore ai fornelli della Goldilocks economy è occupato appunto dalle banche centrali e dalla politica monetaria che scelgono di perseguire, determinando così il comportamento degli attori sul mercato.

L’economia dai riccioli d’oro è un momento che non dura a lungo ed è l’ideale per investire nel comparto azionario, proprio perché cumula tassi bassi, bassa inflazione e bassa crescita. Eppure, se ricordate, Riccioli D’Oro non era proprio una brava bambina. Uno degli effetti collaterali che i tassi troppo bassi possono comportare è la permanenza sul mercato di aziende che, in condizioni normali, non riuscirebbero a rimanere, creando così una categoria di titoli ad altissimo rischio di downgrade.

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