Ieri sera si è tenuto il primo match Real B&P vs Atletico B&P: i consulenti di Barabino & Partners non si sono arresi davanti all’uscita della Nazionale italiana dall’Europeo e si sono dati appuntamento allo storico campetto di Via della Moscova per una sfida senza esclusione di colpi (conclusasi con un terzo tempo al ristorante decisamente più lungo dei primi due).
Reporter d’eccezione il nostro Nicola Comelli, che si è lanciato in feroci pagelle, ribattezzate “Le Comelle nel pallone”, che riportiamo di seguito.
Real B&P
Tommaso F.: disciplinato, preciso, lucido, fino all’ultimo istante. Stella polare dell’assetto tattico complessivo della squadra. Ha fatto la differenza. Una differenza silenziosa. Per questo ancora più importante. Un mix come non ce ne sono tra Donadoni e McManaman. Voto: 8
Giovanni V.: Indovina la partita dal primo all’ultimo minuto. Tatticamente e strategicamente. Sempre dentro al gioco, dalla sua cabina di regia guida la squadra sacchianamente. Quando la manovra si ferma, è lui a farla ripartire. Il calcio come religione, Mattheus è tornato a Milano. Voto: 8
Giovanni S.: Cuore, tecnica, testa, senso del goal, senso della squadra. Davanti fa reparto da solo, senza mai dimenticarsi di tornare nella fase difensiva. Tiro potente, dribbling fluido, alza comunque sempre la testa, pronto a scaricare il pallone. Calciatore vero. Cocktail perfetto tra Eto’o e Bierhoff, ma tra il Camerun e Karlsruhe. Rescaldina tutta la vita. Voto: 9
Alessio C.: Riempie gli spazi esprimendo una duttilità tattica interessante. Forse non decisivo, ma sempre presente. Si mette al servizio degli altri. Forse per i calzoncini del Toro e la capigliatura disordinata, ricorda Silenzi, con un gradiente offensivo in meno. Voto: 7
Pietro C.: Generosissimo, di una generosità che supplisce a un fisico che non può accompagnare il suo entusiasmo. O forse sì. Ha creduto in ogni pallone, in difesa non ha sbagliato mai i tempi e non ha temuto di trasformarsi in uno scudo umano per proteggere la porta, rimediando una fucilata allo stomaco che ha generato gli unici momenti di tensione della partita. Gattuso è di Bari, mica calabrese. E ieri si è fatto un giro a Milano. Voto 7 e mezzo
Nicola C.: cuore e grinta, che mascherano una tecnica così così. È l’unico del 4° piano che non va in gol. Un assist a Scognamiglio, a portiere battuto, lo inserirebbe però di diritto tra i marcatori. Illumina la serata saltando Majelli con eleganza rara, ma i muscoli non riescono a fare quello che la sua testa vorrebbe, e rovina al suolo da solo, senza completare il movimento. Berti reloaded. Voto: 7
Atletico B&P
Fabrizio G.: i piedi migliori che si sono visti ieri sera dalle parti di via della Moscova. Il cambio di passo e di direzione ce li ha nel sangue, e nella testa. E la tecnica alle volte permette di andare oltre un fisico non in perfetta forma. Vede gioco anche laddove gli altri vedono solo un prato. Baggio. Anzi, Mancini. Voto: 7
Lorenzo C.: i piedi ci sono tutti ma il calcetto è una guerra sportiva fata di sudore acido, conati di vomito, polmoni che bruciano e aggressività balcanica. Per esprimersi chiede un sistema di gioco proprio del calcio a 11. Che è un altro sport, un altro mondo. Scambia il pranzo al sacco per una cena stellata. Rimandato a settembre, Balotelli. Voto: 6 –
Luciano M.: al servizio della squadra, sempre. Attacca lo spazio con regolarità e, dietro, si mette a fare quantità. Mediano importante, prova a tenere insieme la formazione quando si allunga troppo. Mazara come Liverpool, perché i docks sono sempre i docks. Gerrard. Voto: 6 e mezzo.
Axel D.: calcio operaio, il suo. D’altri tempi. Si butta nella mischia senza paura. Resta dietro, in copertura, a fare il lavoro sporco. Quello che non piace a nessuno. Sempre presente, Ferri è tra noi. Voto: 6
FDB: agonismo vero, il suo. Non fisico, ma mentale. Quello che più conta. Tiro da infiammare il pallone, mette la porta al centro del suo sguardo dal primo all’ultimo istante di gioco. DNA gallese, alla Giggs. Voto: 6 e mezzo
Michele C.: si immola per salvare il salvabile. Senso della posizione, mani che non si piegano e tempismo ci sono, ma può poco o nulla. Il numero di goal subiti non gli rende giustizia. La pulizia danese di Schmeichel con l’attitudine all’uscita di Campos. Voto: 6
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