Finanza e diritto...a parole

CLUB DEAL: fare business in cordata

L’unione fa la forza, si dice.

La parte complicata dell’unione è la gestione delle individualità coinvolte, ognuna con le proprie specificità, i propri interessi, i propri bisogni. Eppure è vero, come diceva un noto imprenditore del settore ittico, che per menare il remo bisogna che le cinque dita s’aiutino l’un l’altro. Nonostante la Provvidenza non gli abbia particolarmente sorriso, è innegabile che la modalità di gestione individuata dal saggio pescatore cogliesse nel segno. La metafora, oltre a sottolineare la necessità che le parti coinvolte lavorino al raggiungimento di un condiviso obiettivo, fornisce una chiara immagine dell’eterogeneità degli attori coinvolti. Una mano, infatti, non è composta da cinque indici, ma da cinque dita diverse per forma, forza e capacità d’azione. Infine, dettaglio non trascurabile, il numero limitato di “dita” coinvolte nel menare il remo rende l’interazione più semplice, anzi le individualità si fondono nell’insieme che è la mano.  

Nel mondo degli investimenti c’è anche da stringere e menare il remo, che poi sarebbe cogliere e valorizzare un’opportunità di business, realizzando un guadagno. Per carità, volendo sarebbe possibile remare anche usando i piedi o stringendo il remo fra i denti, ma indubbiamente una mano, così come sopra rappresentata, risulta di gran lunga più efficace.

Un club deal è pressappoco questo: una mano salda che mena il remo. Uno strumento particolare di private equity che raggruppa un numero ristretto di investitori al fine di realizzare investimenti che sostengano sviluppo o internazionalizzazione della società target, start up ma anche imprese del settore immobiliare. L’investimento può concretizzarsi sotto forma di prestito, acquisizione di quote di capitale sociale ma anche nel diretto acquisto di beni immobili. 

Come nella mano le dita sono limitate, così, come anche il nome stesso suggerisce, i membri di un club deal sono pochi, di solito famiglie facoltose o HNWI (High Net Worth Individuals). Questo differenzia il club deal dalle società di gestione del risparmio, nonostante lo schema di attività sia a grandi linee analogo, che sono invece aperte ad investimenti da parte di una collettività indefinita.

Come la mano afferra un singolo remo, così gli investitori investiranno non in fondi, quindi in numerosi titoli differenti seppur della stessa tipologia, ma in singole società di volta in volta individuate dai manager del club deal, secondo le proprie preferenze e interessi.

È indubbio che un pollice, da solo, non potrebbe menare il remo così come le altre quattro dita senza di esso. In questo senso, il club deal ben rappresenta il detto l’unione fa la forza: garantisce a degli investitori, che altrimenti non avrebbero potuto permettersi un certo investimento, di riuscire comunque ad inserirsi con una quota che rispettosa della propria capacità d’investimento nonché di quanto credono nel progetto. Oltre a questa difficoltà, diciamo, endogena, i club deal offrono un’ottima soluzione alle difficoltà esogene di inserimento di singoli individui all’interno dei processi decisionali delle aziende target.

Ogni dito ha le proprie specificità, così come ogni investitore. Lo strumento del club deal è in grado di valorizzarle. L’investitore può infatti costruirsi un portafoglio che rispecchi le sue preferenze e, se socio, può mettere la propria expertise a servizio della società target, contribuendo alla gestione nei campi in cui dispone di competenze e network. Il management del club deal svolge l’importante funzione di semplificazione dell’interlocuzione con la società target: rappresenta l’anello di congiunzione fra investitori e società.

Questi alcuni degli aspetti che hanno reso i club deal strumenti di investimento sempre più utilizzati. In particolare, hanno contributo al rilancio del settore del real estate, grazie alla loro flessibilità e capacità di raccogliere investimenti quantitativamente importanti. C’è chi dice che rappresentano il presente e il futuro del private equity, senza dubbio Padron ‘Ntoni sarebbe fiero di vedere ancora attuale una delle sue immagini preferite per spiegare il presente e futuro della sua attività.


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