La nuova rubrica di Barabino &Partners Legal

BLOCKCHAIN ovvero: I 65 anni di Salvatore

Ci sono modi diversi di spiegare finanza e diritto. Dal 24 settembre con la rubrica “Finanza e diritto…a parole” su MAG di Legalcommunity.it, Barabino & Partners  Legal prova a trovare quello più semplice e chiaro, quello più accessibile a tutti. Il primo passo l’abbiamo fatto con la blockchain. 

 

Che cosa è una blockchain?

La blockchain altro non è che un archivio con delle caratteristiche particolari. È un nuovo tipo di archivio digitale. Se siamo abituati a pensare che un archivio digitale, un database, sia depositato su un server, con la blockchain questo non è più vero. La blockchain infatti è distribuita fra gli utilizzatori dell’archivio.

 

Come funziona?

Mercoledì scorso mio padre ha fatto il compleanno, la mamma ha organizzato una festa e, come sempre, ha fatto la lista degli invitati e dei regali che hanno portato (creepy). Questa lista l’ha archiviata nel suo raccoglitore (dal 1977 ad oggi, even creepier).

Ma perché usare ancora i raccoglitori se c’è la blockchain!

Per comodità prendiamo solo i primi 5 invitati:

Giovanna – cravatta

Matteo – ceramica

Francesco – buono d’acquisto

Luca – occhiali da sole

Sara – posacenere

Inseriamo un “invitato-regalo” per blocco, la nostra blockchain si chiamerà “I 65 anni di Salvatore”.

Il blocco di partenza, il blocco zero della blockchain, avrà come contenuto “Giovanna – cravatta”. Come chiamo il blocco per identificarlo? Ogni blocco della catena si identifica con un codice che si chiama hash e dà il nome al blocco.  In sostanza è “Giovanna- cravatta” tradotto in una lunga serie di lettere e numeri tramite una funzione matematica a senso unico, cioè facile da generare ma praticamente impossibile da decriptare.

Adesso bisogna collegare il blocco Matteo-ceramica. Nel sistema di blockchain l’unico modo per collegare un blocco all’altro è che il blocco seguente abbia al suo interno il codice identificativo del blocco precedente. L’hash del secondo blocco quindi dipende dal contenuto suo tipico, “Matteo- ceramica”, più l’hash del blocco che contiene “Giovanna-cravatta”.

Ripetiamo il procedimento per il terzo blocco che avrà come contenuto “Francesco-buono d’acquisto” più l’hash del blocco precedente che a sua volta contiene quello del blocco zero.

E così via per i blocchi a venire: ognuno contiene l’informazione criptata del precedente.

Mettiamo che la mamma si sia confusa e che il regalo portato da Matteo non fosse una ceramica ma una cintura. Se l’hash del blocco dipende dal suo contenuto, nel momento in cui cambio il contenuto cambierà anche l’hash che quindi non corrisponderà più a quello contenuto nei blocchi successivi. A causa della non corrispondenza fra gli hash, il blocco verrà invalidato e così tutti quelli che lo seguono nella catena. Per questo si dice che le informazioni archiviate tramite blockchain sono irreversibili: non è possibile cambiarle, si può solo inserire un altro blocco che abbia come contenuto, nel nostro caso, “Matteo no ceramica ma cintura”.

Questa tecnologia, che riduce praticamente a zero il rischio della manomissione, è protetta da un’altra specificità: la funzione svolta dalla comunità di utilizzatori dell’archivio blockchain. Abbiamo detto che questo particolare tipo di archivio non si trova su un server ma è diffuso fra tutti i “nodi”, cioè gli utilizzatori. Ciò significa che ogniqualvolta un nuovo blocco viene emesso per la stessa catena, questo arriva ai nodi che garantiscono un controllo diffuso, cioè i computer degli utilizzatori controllano in automatico la corrispondenza dell’hash del blocco successivo rispetto a quello del blocco precedente di cui sono già depositari. In altri termini se utilizzatori della blockchain “I 65 anni di Salvatore” fossimo mia madre, io e mia zia e mia madre manomettesse il solito blocco “Matteo-ceramica”, il mio computer e quello di mia zia rileverebbero questa anomalia non permettendo che il blocco venga aggiunto alla catena quindi prima che sia necessario invalidare i blocchi successivi. Naturalmente, la forza del controllo diffuso sta nel fatto che gli utilizzatori della blockchain sono numerosissimi: è necessario il 50% +1 di persone connesse alla blackchain per validare il l’incatenamento di un blocco all’altro.

I nodi svolgono ancora un’altra importante funzione che differenzia il sistema di archiviazione tramite blockchain da quello su server. Ogni utilizzatore della blockchain ne garantisce anche lo stoccaggio. Cioè il mio pc e quello di mia zia conservano un duplicato della blockchain “I 65 anni di Salvatore” quindi essa esisterà ancora anche se l’hard disk di uno di noi tre dovesse passare a miglior vita. Per questo perdere un file blockchain è praticamente impossibile e comunque sarà tanto più difficile quanto più numerosi sono gli utilizzatori della blockchain.

 

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categorie: opinioni e attualità